Nuove linee guida per combattere la violenza sulle donne

Giornata internazionale contro la violenza contro le donne il 25 novembre
Un'installazione a Roma per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza contro le donne il 25 novembre. Foto: Alberto Pizzoli / AFP

La polizia italiana ha lanciato oggi una campagna per ridurre il tasso di omicidi nei confronti delle donne, che è rimasto ostinatamente alto nonostante un calo nel numero totale di omicidi degli ultimi anni.

Intitolata "Questo non è Amore" (This is Not Love), la campagna è stata lanciata alla vigilia della Giornata internazionale sostenuta dall'ONU per l'eliminazione della violenza contro le donne.

L'Italia ha registrato 149 vittime di omicidio femminile l'anno scorso, a malapena mutate rispetto alle 150 registrate nel 2007. Le donne oggi rappresentano il 37% del totale rispetto al 24% di un decennio fa.

Non tutte le uccisioni di donne sono motivate dal genere della vittima, ma le aggressioni sessuali e la violenza domestica sono elementi chiave nel quadro generale.

E le cifre ufficiali su questo tipo di reati rappresentano solo la punta dell'iceberg.

Le donne vittime spesso esitano a presentare accuse "per paura di essere giudicate" o "perché si vergognano di rivelare dettagli delle loro vite intime", secondo un nuovo opuscolo contenente linee guida riviste per le forze che si occupano di crimini di violenza contro le donne.

Le linee guida includono nuovi requisiti per la registrazione delle segnalazioni di violenza domestica, volte a garantire che gli incidenti che non comportano necessariamente la pressione delle accuse siano archiviati.

"Non è sufficiente applicare la legge, dobbiamo anche assicurare che le donne [che fanno i reclami] siano accolte, informate e sostenute in modo da sfuggire alle condizioni di sottomissione e isolamento a cui talvolta si trovano", osserva la polizia nazionale capo Franco Gabrielli.

Il materiale da consegnare alle forze in tutto il paese include testimonianze di ufficiali specializzati nel trattare con le vittime di violenza domestica.

"Non dimenticherò mai i volti delle donne che ho avuto nel mio ufficio nel corso degli anni, e soprattutto le loro voci quando mi hanno detto che si sentono responsabili di ciò che è successo a loro", racconta Rosaria Maida, vice commissario di polizia a Palermo, in Sicilia.

Le istanze di attacchi acidi da parte di amanti respinti e altri esempi di violenza contro le donne sono coperte in modo prominente dai media italiani e spesso citate come prova di una cultura machilista nel paese.

Le cifre ufficiali non indicano che le donne siano più a rischio di attacchi in Italia che altrove, ma i sostenitori della causa sostengono che ciò potrebbe in parte riflettere la mancata segnalazione di crimini legati a una cultura di nella quala le vittime si devono vergognano.

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