LE PIANTE POSSONO PIEGARE LA LUCE ALLA LORO VOLONTÀ DI AUTOCONSERVAZIONE?

 

LE PIANTE POSSONO PIEGARE LA LUCE ALLA LORO VOLONTÀ DI AUTOCONSERVAZIONE?

Suona un po' sciocco - l'idea che, dato abbastanza tempo, una pianta possa influenzare l'ordine dei numeri casuali generati dall'hardware al fine di ottenere abbastanza luce per sopravvivere. Ma non così sciocco che [DeckerM] non vedeva l'ora di provarlo dopo aver visto una breve clip su uno studio non pubblicato fatto al laboratorio PEAR (Engineering Anomalies Research) di Princeton che è arrivato proprio a questa conclusione. L'effettiva conclusione testuale della clip: "È come se la vita stessa - anche la vita o la coscienza in qualcosa di semplice come una pianta domestica, piegasse la probabilità nel mondo fisico nella direzione di ciò di cui ha bisogno, nella direzione della sua crescita ed evoluzione".


LE PIANTE POSSONO PIEGARE LA LUCE ALLA LORO VOLONTÀ DI AUTOCONSERVAZIONE?


L'idea è questa: una pianta viene fatta soffrire languendo in un angolo di una stanza senza finestre. La stanza ha esattamente una luce al centro del soffitto - una specie di riflettore riposizionabile che può brillare solo in uno dei quattro angoli ed è controllato da un generatore di numeri casuali. Una serie di divisori assicura che nessuna luce esca dal quadrante per entrare in uno degli altri.


La ricreazione di questo esperimento da parte di DeckerM] è molto più pratica. È essenzialmente un piccolo armadio di compensato con quattro divisori aperti e un soffitto. Ogni quadrante ha una striscia di luce di crescita piantata in un angolo, e tutti i fili passano attraverso la parte superiore, dove ognuno è stato spogliato del suo fastidioso controller di controllo dell'alimentazione e ricablato per andare direttamente in una spina intelligente. DeckerM] sta usando un RNG hardware ospitato su un Raspberry Pi, che esegue uno script Python che prende i numeri dal RNG che corrisponde a uno dei quadranti, e poi illumina quel quadrante.


E i risultati? Non supportano realmente l'audace conclusione dello studio PEAR, a meno che non si consideri un campione di piccole dimensioni, ma [DeckerM] non si arrende così facilmente. Dal momento che l'articolo è inedito, ci sono un sacco di domande senza risposta e succose variabili con cui giocare, come il tipo, il numero e l'età delle piante utilizzate. Non vediamo l'ora di vedere se [DeckerM] può far luce sulla psicocinesi delle piante.

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